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gennaio 31, 2012

Arte come Comunicazione

I Locandieri sognano di poter rendere questo mondo ideale,"reale", un mondo in cui esistano i valori.
Per trasmettere questi valori e ideali, devono anzitutto inventare e comunicare delle emozioni e dei sentimenti.


"L'arte è un frammento di contemplazione caduto nella materia"
(A.Frossard)


La definizione di "Arte" secondo il dizionario: comprende ogni attività umana che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate (talenti) e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza, il tutto finalizzato alla capacità di "trasmettere emozioni".

Nell'arte: si trasmette un "messaggio", ma non costituisce un "linguaggio" comune, perchè non c'è un "codice" uguale per tutti=interpretazione soggettiva (libertà di comprensione).



Sir Robert Baden-Powell


"...il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. 
Procurate di lasciare questo mondo un pò migliore di quanto l'avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo,
ma di aver fatto del vostro meglio."
(R.Baden-Powell)


Forse, uno dei modi più forti e convincenti di comunicare qualcosa, oltre all'arte, è la "testimonianza", il racconto vero di uomini che hanno vissuto sulla loro pelle ciò che i giovani sognano.
Può essere un modo per colpire di più l'attenzione della gente e toccare più facilmente la testa e il cuore delle persone.


gennaio 30, 2012

I Locandieri di Emmaus©

Questi ragazzi hanno un "sogno", un "desiderio".
La parola "desiderio" deriva dal latino Sidus, Sideris, cioè "stella".

(Ecco spiegato il significato dello sfondo di questo blog!!!)
Il sogno è l'unica cosa che può permettere a questi giovani di poter cambiare lo stato delle cose.


"Sognatore è chi trova la sua via alla luce della luna....
punito perché vede l'alba prima degli altri."
(O.Wilde) 
  

I portatori di talenti

Oggi voglio raccontarvi una storia: la storia di un gruppo di uomini,di giovani,di sognatori, che un giorno, decisero di stancarsi del chiasso della gente,delle ingiustizie degli uomini verso altri uomini,della sofferenza immeritata,delle bene che non fa scandalo. E che così decisero di fare qualcosa di concreto per cambiare le cose.

Questi giovani non si conoscevano, ne si erano mai visti, ma si incontrarono per caso (e forse no), e INSIEME, presero l'iniziativa di spaccare il mondo e cambiarlo totalmente.
Essi si accorsero che,per chissà quale motivo,ognuno di loro aveva un grosso "talento" da poter sfruttare per i loro scopi. E così, iniziarono a sognare e a mettersi in gioco per poter davvero rendere quei sogni "progetti":


[Un uomo che parte per un viaggio ed affida i suoi beni ai suoi servi. Ad un servo affida cinque talenti, ad un secondo due talenti e ad un terzo un talento. I primi due, sfruttando la somma ricevuta, riescono a raddoppiarne l'importo; il terzo invece va a nascondere il talento ricevuto.
Quando il padrone ritorna apprezza l'operato dei primi due servi; invece condanna il comportamento dell'ultimo.]
(Riassunto della Parabola dei Talenti dal Vangelo secondo Matteo)

Ora, questi giovani sognatori si trovano in mezzo a noi e sono decisi a comunicarci qualcosa di importante; Ora,questi giovani si chiamano "I Locandieri di Emmaus"© .

gennaio 27, 2012

Elie Wiesel


« Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. »
                                                                 (E.Wiesel in La Notte)



Uno di questi "piccoli" grandi uomini si chiama Eliezier Wiesel, scrittore rumeno di cultura ebraica sopravvissuto all'Olocausto e Premio Nobel per la pace nel 1986. Oggi vive negli USA.

Nel gennaio 1945 l'avanzata delle forze sovietiche si avvicinò pericolosamente ad Auschwitz.
Le autorità tedesche del campo decisero allora di evacuarlo e Wiesel ed il padre, dopo una lunga marcia al freddo e senza cibo, vennero trasferiti al campo di concentramento di Buchenwald, dove il padre, stremato dalle fatiche, morì di dissenteria.
Dopo la guerra, Wiesel finì in un orfanotrofio francese. Nel 1948, Wiesel cominciò a studiare alla Sorbona. Lavorò per un breve periodo per il quotidiano francese L'arche, come giornalista.
Divenne socio del vincitore del Premio Nobel per la letteratura François Mauriac, che lo persuase a scrivere e raccontare la sua esperienza dell'Olocausto.
Da questo incontro nacque quello che è considerato il capolavoro di Wiesel, La notte.
Più tardi Wiesel si trasferì negli USA, dei quali divenne cittadino nel 1963. Fu chairman della Commissione Presidenziale sull'Olocausto dal 1978 al 1986, appoggiando fortemente la costruzione dello United States Holocaust Memorial Museum, ed è oggi docente alla Boston University.

Forse Wiesel in La Notte, utilizza delle parole che ci comunicano una speranza infranta, una vita arresa (a cui noi non crediamo); ma questo libro è anche una testimonianza che ci aiuta a "ricordare".

27 Gennaio 2012 - Giornata della Memoria


"L'errore più grande dell'umanità non è l'uomo, ma il fatto di aver dimenticato i suoi errori"
(O.Wilde)


Shoah (in lingua ebraica שואה), significa "desolazione, catastrofe, disastro". Questo termine venne usato per la prima volta nel 1940 dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla distruzione degli ebrei polacchi.
Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d'Europa. Ciò spiega come la parola Shoah non sarebbe sinonimo di Olocausto, in quanto la seconda si riferisce allo sterminio compiuto dai tedeschi nei confronti di ebrei, comunisti, Rom, testimoni di Geova, dissidenti tedeschi e pentecostali, mentre la prima definisce solamente il genocidio degli ebrei.
Il termine Shoah è stato adottato più recentemente per descrivere la tragedia ebraica di quel periodo storico, anche allo scopo di sottolinearne la specificità rispetto ai molti altri casi di genocidio, di cui purtroppo la storia umana fornisce altri esempi.

Questo massacro (6 milioni di persone), sarebbe stato evitato se l'uomo avesse vissuto a pieno il suo "ubuntu", ma l'ambizione e il potere a volte, offuscano la mente dei deboli.
Tutto questo però, può essere sconfitto, semplicemente "ricordandoci dove abbiamo sbagliato", per non sbagliare più, rievocando la nostra esperienza, poichè "l'esperienza è il nome che diamo ai nostri errori".



gennaio 26, 2012

Io sono ciò che sono, in virtù di ciò che tutti siamo

 
“Una persona che viaggia attraverso il nostro paese e si ferma in un villaggio non ha bisogno di chiedere cibo o acqua: subito la gente le offre del cibo, la intrattiene.
Ecco, questo è un aspetto di Ubuntu, ma ce ne sono altri.
Ubuntu non significa non pensare a se stessi; significa piuttosto porsi la domanda: voglio aiutare la comunità che mi sta intorno a migliorare?.”
(N.Mandela)

Appellandosi all'ubuntu si è soliti dire Umuntu ngumuntu ngabantu, "io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo".
L'ubuntu esorta a sostenersi e aiutarsi reciprocamente, a prendere coscienza non solo dei propri diritti, ma anche dei propri doveri, poiché è una spinta ideale verso l'umanità intera, un desiderio di pace.
Viene sfruttato in Sudafrica in una campagna nazionale per la promozione della società.

•    « Io sono perché noi siamo »
•    « Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti »
•    « Umanità verso gli altri »

Una definizione popolarmente accettata è anche, «la credenza in un legame universale di scambio che unisce l'intera umanità».
Si può tradurre Ubuntu con Umanità, nel senso di qualità umana. Cercando di tradurre la parola, bisogna infine tenere presente che nel senso di Ubuntu trova spazio anche la dimensione religiosa di un legame tra tutti gli esseri umani.
Louw suggerisce che il concetto di Ubuntu definisce l'individuo in funzione delle sue molteplici relazioni con gli altri, e sottolinea l'importanza di ubuntu come concetto religioso. Egli dichiara che mentre la massima Zulu umuntu ngumuntu ngabantu ("una persona è una persona tramite (altre) persone") potrebbe non avere apparenti connotazioni religiose nel contesto della società Occidentale, nel contesto Africano suggerisce che la persona deve diventare tale comportandosi con il resto dell'umanità in modo conforme al rispetto degli antenati e in loro venerazione. 

-Ubuntu prende il significato di unione e condivisione nel momento in cui si devono prendere decisioni. Questo ideale ha stimolato lo spirito patriottico e dà alle popolazioni nere orgoglio, dignità e rispetto.
-L'Ubuntu agisce in campo giuridico diffondendo la sua fratellanza (dopo che un uomo uccide un altro uomo l'assassino sconta la sua pena, ma intanto la famiglia del colpevole instaura un legame con la famiglia della vittima per risarcirne i danni).
-I seguaci dell'Ubuntu credono che esista un legame universale che unisca tutta l'umanità. 
La citazione dell'Ubuntu: "una persona è un tramite per mezzo delle altre" assume il significato che tutti debbano comportarsi con tutti in modo uguale, corretto e nel rispetto degli antenati.
-Il progetto economico Ubuntu ha molti volontari ed è sponsorizzato da istituzioni pubbliche e private. Tutto questo per lo sviluppo di una forma di solidarietà economica.
-Ubuntu ha molti significati in campo sociale perché riguarda le molteplici relazioni tra gli individui.


UBUNTU


In realtà, non siamo capaci "noi" di vedere realmente il bene, che c'è, ma non si fa sentire.
C'è già stato qualcuno che, per realizzare davvero una famiglia universale, ha già piantato delle colonne.

Esiste infatti, una filosofia africana, detta "Ubuntu", che riassume tutto questo.

Ubuntu è un concetto africano di umanità verso gli altri“.
È credere in un legame universale di condivisione che connette tutta l’umanità. Le stesse idee sono alla base del metodo di collaborazione della comunità Ubuntu. I membri della comunità Ubuntu hanno bisogno di lavorare insieme con efficacia, e questo codice di condotta stabilisce le “regole base” della nostra collaborazione.

Desmond Mpilo Tutu (durante l'apartheid) ha descritto così ubuntu:

"Una persona con ubuntu è aperta e disponibile agli altri, afferma gli altri, non si sente a disagio quando gli altri sono capaci e buoni, in quanto ha una propria fiducia in se stesso/a che viene dalla conoscenza che appartiene ad un grande insieme."
(da No Future without Forvigeness)


We Are Family


Molti di noi (forse tutti) sognano un "mondo migliore".
Cambiare il modo di vedere le cose, combattere contro l'ingiustizia di questo mondo, cambiare il mondo, è possibile!! ma l'uomo non basta a sè stesso. Da solo può fare ben poco.
Bisogna essere uniti per rivoluzionare le cose, INSIEME tutto è possibile!!!
Herbert George Wells (in The Outline of History, 1919) disse che "La nostra vera nazionalità è l'umanità", proprio perchè tutti siamo un'unica grande FAMIGLIA!!!!!!!!!!!!!!!!

E cos'è ciò che fa muovere una famiglia? L'AMORE! 

Questo blog non vuole darci delle risposte alle domande più difficili, ma vuole dare degli spunti di riflessione, vuole farci semplicemente "pensare"............ e magari, chissà, potrà servire a qualcuno per capire meglio!!  

gennaio 25, 2012

Io non sono pazzo! (forse...)



"Quando sono arrivato a New York mi hanno chiesto una definizione di surrealismo.
Ho risposto: Il surrealismo sono io."
(S.Dalì)