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gennaio 27, 2012

Elie Wiesel


« Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. »
                                                                 (E.Wiesel in La Notte)



Uno di questi "piccoli" grandi uomini si chiama Eliezier Wiesel, scrittore rumeno di cultura ebraica sopravvissuto all'Olocausto e Premio Nobel per la pace nel 1986. Oggi vive negli USA.

Nel gennaio 1945 l'avanzata delle forze sovietiche si avvicinò pericolosamente ad Auschwitz.
Le autorità tedesche del campo decisero allora di evacuarlo e Wiesel ed il padre, dopo una lunga marcia al freddo e senza cibo, vennero trasferiti al campo di concentramento di Buchenwald, dove il padre, stremato dalle fatiche, morì di dissenteria.
Dopo la guerra, Wiesel finì in un orfanotrofio francese. Nel 1948, Wiesel cominciò a studiare alla Sorbona. Lavorò per un breve periodo per il quotidiano francese L'arche, come giornalista.
Divenne socio del vincitore del Premio Nobel per la letteratura François Mauriac, che lo persuase a scrivere e raccontare la sua esperienza dell'Olocausto.
Da questo incontro nacque quello che è considerato il capolavoro di Wiesel, La notte.
Più tardi Wiesel si trasferì negli USA, dei quali divenne cittadino nel 1963. Fu chairman della Commissione Presidenziale sull'Olocausto dal 1978 al 1986, appoggiando fortemente la costruzione dello United States Holocaust Memorial Museum, ed è oggi docente alla Boston University.

Forse Wiesel in La Notte, utilizza delle parole che ci comunicano una speranza infranta, una vita arresa (a cui noi non crediamo); ma questo libro è anche una testimonianza che ci aiuta a "ricordare".

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